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Tagli alla sanità: a rischio assistenza essenziale e posti di lavoro [volantino]

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La Fiom ha rivendicato il diritto alla salute, con gli accordi sindacali e il confronto con le amministrazioni ha difeso salario e occupazione contrastando la precarietà a partire dalle aziende del settore che applicano il contratto nazionale dei metalmeccanici.

Il governo Renzi, con il sostegno di Confindustria, ha scelto invece un'altra strada

La legge di stabilità 2015 prevede nuovi tagli alla Sanità per 4 miliardi di euro, peggiorando l'assistenza sanitaria pubblica a vantaggio dei privati. Un “risparmio sulla salute” che si aggiunge ai tagli degli anni precedenti (3 miliardi dal 2010 al 2013) emette a rischio i livelli essenziali d'assistenza, l'occupazione, le condizioni di vita e di lavoro.

Ormai sono milioni i cittadini italiani che hanno rinunciato o ridotto al minimo le cure o che, come testimonia Emergency, si rivolgono agli ambulatori gratuiti organizzati dal volontariato.

I tagli previsti finiranno per incidere pesantemente sugli appalti del settore sanitario - in cui sono impiegati anche molti lavoratori metalmeccanici- che continua a subire riduzioni:

-meno 5% sugli importi per i contratti d'appalto fino al 31/12/2012;

-meno 10% sui contratti dal 1/1/2013 fino a scadenza;

-meno 5% sui contratti di acquisto di beni e servizi per il 2014.

Tutto questo significa nuova precarietà per i lavoratori di un servizio pubblico essenziale.

Perché dalle condizioni di lavoro negli appalti della sanità dipende la sicurezza dei malati e dei cittadini che ricorrono alle cure mediche, come dimostrano recenti fatti di cronaca nella manutenzione delle infrastrutture ospedaliere e il diffondersi delle catene di subappalto, rischiose per i cittadini e i lavoratori.

Perché si rischia la riduzione delle retribuzioni di chi lavora e - in assenza di clausole di salvaguardia – la perdita di molti il posti di lavoro quando scade il contratto d'appalto. Una precarità che si aggiunge a quella introdotta dal governo Renzi nel Jobs Act, che per migliaia di lavoratori degli appalti significa perdere la tutela dell'art.18 dello statuto dei lavoratori in caso di cambio d'appalto.

La spending review sul diritto alla salute la pagano i cittadini, gli operatori sanitari, i lavoratori di servizi dati in appalto spesso con gare al ribasso e senza garanzie occupazionali.

Non possiamo permetterlo, sono in gioco il nostro futuro e quello del paese. Continuiamo la mobilitazione, sosteniamo la raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare indetta dalla Cgil a tutela dei lavoratori degli appalti, contro l'illegalità e le gare al massimo ribasso vere metastasi del settore.

Noi non ci fermiamo. La mobilitazione continua

A febbraio assemblee dei delegati in tutte le regioni fino all'assemblea nazionale

Assemblee in tutti i luoghi di lavoro e nei territori per decidere le iniziative di mobilitazione comprese azioni legali, giuridiche e contrattuali per riconquistare nuovi contratti nazionali che tutelino tutte le forme di lavoro.

Fiom-Cgil nazionale