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CAMBIARE LE PENSIONI. DARE LAVORO AI GIOVANI| Giornata di mobilitazione il 13 ottobre

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GIORNATA DI MOBILITAZIONE NAZIONALE PER SOSTENERE LE PROPOSTE DEL SINDACATO
VENERDI' 13 OTTOBRE 2017 DALLE 17,30 ALLE 19
DAVANTI ALLA PREFETTURA DI BERGAMO

Il Governo e il Parlamento si apprestano a discutere e ad approvare la legge di bilancio per il 2018.
CGIL, CISL e UIL ritengono necessario che in questa fase vengano affrontate alcune priorità fondamentali per la tenuta sociale del nostro Paese, con misure e risorse adeguate.
Sui temi delle pensioni, dei giovani, dell'occupazione, della sanità e dei contratti il sindacato confederale ha presentato delle proposte precise che ha deciso di sostenere con una giornata di mobilitazione dei lavoratori, disoccupati, giovani e pensionati con dei presidi territoriali davanti a tutte le Prefetture d'Italia.

PENSIONI

La Legge Monti-Fornero sulle pensioni è stata un'enorme operazione di cassa che ha prelevato nel periodo 2012-2020 circa 80 miliardi di euro.
Una manovra che ha introdotto elementi di eccessiva rigidità, che ha spostato per tutti il traguardo pensionistico, ben oltre i livelli degli altri Paesi europei, con ricadute importanti, anche di natura sociale.
La Piattaforma unitaria "Cambiare le pensioni, dare lavoro ai giovani", ci ha permesso di giungere alla sottoscrizione del Verbale di sintesi del 28 settembre 2016 ed all'emanazione di importanti misure, nella "fase uno", che hanno introdotto un principio di flessibilità di accesso alla pensione.
Lo stesso verbale,prevedeva una fase due di confronto,che sarebbe dovuta servire ad affrontare alcuni temi importanti nella direzione indicata nella Piattaforma sindacale.
La proposta unitaria che il sindacato in questa fase ha avanzato al Governo sul tema della previdenza intende superare le attuali difficoltà nell'accesso al pensionamento, favorendo così anche un inserimento lavorativo dei giovani, e affrontare il tema dell'adeguatezza dei trattamenti pensionistici, attuali e futuri.
l punti più slgnlflcativi sono i seguenti:

  • Il blocco dell'adeguamento all'aspettativa di vita previsto per Il 2019 e l'avvio del confronto per una modifica dell'attuale normativa.
  • Il superamento della disparità di genere delle donne e la valorizzazione del lavoro di cura.
  • Il sostegno alle future pensioni, che riguarderanno in particolare i giovani, al fine di aumentare la flessibilità in uscita e garantire trattamenti dignitosi.
  • Interventi per il rafforzamento della previdenza complementare ed il rllanclo delle adesioni.
  • La separazione della spesa prevldenzlale da quella assistenziale.
  • Il ripristino della perequazione dei trattamenti pensionistici.
  • Nell'ambito delle misure richieste per favorire la flessibilità in uscita, allargamento della platea dei destinatari dell'Ape sociale e dei benefici per i lavoratori precoci ed emanazione delle disposizioni attuative affinché vi sia la possibilità di cumulare la contribuzione versata anche nelle casse dei liberi professionisti.
  • La revisione delle norme che prevedono il posticipo del termine di percezione dei Tfr e dei Tfs nel pubblico impiego.
  • La verifica della consistenza delle risorse residuate per l'opzione donna e l'ottava salvaguardia relativa agli esodati, gestendo le problematiche aperte.
  • La necessità di favorire una rapida approvazione della legge di riforma della governance degli Enti previdenziali, per realizzare un sistema efficiente, trasparente e partecipato.

LAVORO E GIOVANI

Nel nostro Paese la ripresa appare ancora congiunturale, debole e meno sostenuta che in altre economie europee.
Per queste ragioni la prima misura di politica economica è il sostegno agli investimenti, pubblici e privati che possano generare nuova occupazione di qualità, far ripartire la domanda, in particolare quella interna, favorire la crescita.
Solo in questo contesto si possono promuovere politiche volte a:

  • favorire l'ingresso stabile dei giovani nel mercato del lavoro;
  • aumentare il tasso di occupazione, recuperando i divari con gli altri paesi europei e riducendo il divario Nord-Sud;
  • sostenere una ripresa che determini anche l'aumento dei posti di lavoro, di qualità;
  • garantire a tutti l'accesso ai percorsi scolastici e di istruzione e formazione professionale e favorire il completamento degli studi di base e la crescita delle specializzazioni come obiettivo strategico per lo sviluppo economico del Paese.

Per favorire l'occupazione, soprattutto quella giovanile, CGIL, CISL e UIL ritengono necessario:

  • favorire il lavoro stabile a partire dal contrasto all'abuso dei tirocini extracurricolari;
  • rafforzare e qualificare l'apprendistato come forma prevalente di ingresso nel mercato del lavoro, valorizzandone la componente formativa;
  • qualificare i percorsi di alternanza scuola lavoro, sottraendoli alla frammentarietà e promuovendo reti territoriali che sappiano coinvolgere strutturalmente Istituzioni, sistema scolastico e tessuto produttivo territoriale;
  • puntare all'apprendimento permanente, valorizzando competenze e professionalità e sviluppando un piano nazionale di formazione, garantendo un sistema di certificazione delle competenze acquisite

DIFESA DELL'OCCUPAZIONE E AMMORTIZZATORI

La filosofia delle ultime riforme del mercato del lavoro ha determinato un nuovo e diverso bilanciamento fra strumenti di politica attiva e strumenti di politica passiva (gli ammortizzatori sociali).
Per CGIL, CISL e UIL è urgente avviare e rafforzare le politiche attive nel nostro Paese, a partire dalle certezze di stabilizzazlone degli operatori in esse occupati e dal rafforzamento delle dotazioni organiche dei centri per l'impiego, che devono svolgere un ruolo centrale dentro un sistema unitario e nazionale che rafforzi le politiche per la presa in carico, l'accompagnamento, il sostegno ai lavoratori nelle transizioni, rafforzandone l'occupabilità.
In questa fase, tuttavia, che vede ancora un'elevata necessità per il sistema delle imprese di intraprendere processi di ristrutturazione produttiva e occupazionale, vi è il rischio che il combinato disposto fra forte riduzione degli ammortizzatori e aumento dei costi per il loro utilizzo, renda più facili i licenziamenti, che oggi sono più semplici e più convenienti rispetto all'utilizzo degli ammortizzatori sociali. La tutela dell'occupazione deve essere prioritaria e a partire da tale assunto vanno gestite le riorganizzazioni e le ristrutturazioni produttive.
Per questo CGIL CISL UIL ritengono necessario un intervento volto a:

  • avviare, sostenere, rafforzare le politiche attive;
  • allargare, anche in via transitoria, la durata e le modalità di utilizzo della cassa integrazione nelle aree di crisi, complesse e non complesse;
  • modificare il Fondo di Integrazione Salariale per renderlo maggiormente fruibile e per dare certezze di pagamento delle prestazioni ai lavoratori coinvolti;
  • intervenire, a partire dai casi di maggiore criticità su durata di NASPl e mobilità, legandola alla fruizione di politiche attive e sostenendo un rilancio dell'Asdi;
  • valutare l'introduzione di uno strumento o la trasformazione di strumenti già in essere per le imprese fino a 5 dipendenti, oggi prive di ammortizzatori sociali;
  • riequilibrare costi ed accessibilità della Cassa integrazione e dei licenziamenti.

SANITA'

L'universalità e la sostenibilità del nostro Sistema Sanitario Nazionale sono fortemente messe a rischio dalle scelte di progressivo definanziamento della spesa sanitaria. Anche nell'ultima nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza si prevede una riduzione dell'attuale 6,6 % della spesa sul PIL, già al di sotto della media UE, al 6,3% nel 2020. Il mutare dei bisogni di salute (cronicità, nuovi LEA, farmaci innovativi, non-autosufficienza e altro) necessiterebbe di un investimento in politiche di prevenzione, cura, riabilitazione e non invece del perseguimento di una politica dei tagli. Oggi milioni di persone ritardano o rinunciano alle cure - a causa dei costi e della difficoltà di accesso al servizio - e cresce la spesa privata delle famiglie solo in piccola parte intermediata dagli strumenti di sanità integrativa.
Un quadro chiarissimo confermato dai diversi Indicatori e che incide, prevalentemente, sugli strati di popolazione più fragili con carattere più accentuato nelle regioni maggiormente disagiate. La stessa attuazione del DPCM che istituisce i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza, attesi da anni, rischia di essere compromessa, in tutto il territorio nazionale, da una mancanza di copertura di circa 800 milioni di euro.
Per queste ragioni CGIL, CISL e UIL chiedono:

  • il progressivo incremento del finanziamento del Sistema Sanitario Nazionale per allineare il livello di spesa sul PIL alla media degli altri paesi europei;
  • la predisposizione di uno straordinario piano per la prevenzione e la promozione di sani stili di vita su cui investire in termini di risorse, mettendo a sistema campagne di senslblllzzazlone, piani di prevenzione primaria e secondaria e percorsi di educazione alla salute, allo sport ed alla buona alimentazione;
  • l'immediata eliminazione del superticket introdotto nel 2011 che rappresenta un ulteriore costo per le prestazioni di diagnostica e specialistica;
  • la rimodulazione del sistema di compartecipazione alla spesa sanitaria per escludere dal pagamento dei ticket i soggetti in condizione di povertà percettori del reddito d'inclusione;
  • azioni strutturali mirate a realizzare un equilibrato rapporto tra strutture ospedaliere e servizi territoriali per avvicinare i cittadini ai presidi di salute;
  • la garanzia dei livelli essenziali in tutto il territorio nazionale, in ambito sanitario sono noti i problemi di adeguatezza e di esigibilità dei nuovi LEA;
  • vanno definiti interventi strutturali adeguatamente finanziati per qualificare i servizi nel Mezzogiorno al fine di ridurre la mobilità passiva sanitaria (valore attuale 4,154 miliardi di euro);
  • l'introduzione di meccanismi anche di natura organizzatlva per fare fronte al problema delle liste d'attesa al fine di garantire in tutti i territori l'accesso ai servizi;
  • l'incremento del finanziamento del fondo per la non-autosufficienza;
  • un intervento sulla dotazione del personale per garantire la stabilizzazione e l'adeguatezza degli organici per rendere realmente esigibili i Livelli Essenziali di Assistenza.

CONTRATTI

Chiudere i contratti, accelerare il negoziato su tutti i comparti del Pubblico Impiego, nel rispetto dell'accordo del 30 novembre 2016.
CGIL, CISL e UIL ritengono che la stagione contrattuale debba essere rivolta a tutelare il lavoro e a innovare la pubblica amministrazione, superando la politica dei tagli, il blocco delle assunzioni e delle retribuzioni perseguita in questi anni.
Rinnovare l contratti per:

  • valorizzare il lavoro pubblico e migliorare il servizio ai cittadini;
  • stabilizzare i precari;
  • incrementare i salari e tutelare il potere di acquisto delle retribuzioni, garantendo le risorse per tutti i comparti, che assicurino l'Incremento degli 85 euro e il mantenimento degli 80 euro del bonus Renzl;
  • ricostruire nuove relazioni sindacali, per il pieno rilancio e valorizzazione della contrattazione di secondo livello e il ripristino della vigenza triennale dei contratti;
  • estendere al Pubblico Impiego la defiscallzzazlone del salario di produttività e del welfare contrattuale.

Pensioni, giovani, occupazione, sanità, contratti sono delle priorità sociali alle quali in questa fase è indispensabile dare delle risposte, ad iniziare dalle scelte che si faranno con la prossima legge di Bilancio.
CGIL, CISL e UIL si mobilitano a sostegno delle loro proposte ed invitano i lavoratori, i disoccupati, i giovani, i pensionati a contribuire alla riuscita di questa prima giornata di mobilitazione partecipando numerosi alla manifestazione!

ico pdfsmall IL PIEGHEVOLE