CAPGEMINI, MARTEDÌ SCIOPERO DEI LAVORATORI DELL’APPALTO SCHNEIDER. DAVANTI ALL’AZIENDA DI STEZZANO ANCHE UN PRESIDIO
Bergamo, venerdì 18 marzo 2016
Dopo la prima mobilitazione dell’8 marzo scorso, sono proseguiti gli scioperi dei 22 dipendenti di Capgeminiche operano in appalto come operatori informatici alla Schneider Electric di Stezzano, di Cairo Montenotte (SV), di Torino e di Casavatore (NA). Alla fine di marzo il loro appalto andrà in scadenza e poco si sa delle loro prospettive occupazionali.
I lavoratori hanno incrociato le braccia anche lunedì 14 marzo per 4 ore, ieri, giovedì 17, per 3 ore e un’ulteriore protesta è stata proclamata anche per martedì 22 marzo, quando si sciopererà altre 3 ore (le prime del turno di lavoro) e, questa volta, si terrà anche un presidio davanti all’ingresso della Schneider a Stezzano (dalle ore 9.00 – 11.00).
“La direzione aziendale di Capgemini, società multinazionale fondata a Grenoble e attiva nei settori della consulenza aziendale, dell'outsourcing e della fornitura di servizi professionali, non sembra per nulla disponibile a garantire l’occupazione e una continuità di reddito ai dipendenti attualmente impegnati nell’appalto Schneider / settore ‘infra’, perduto a favore di Fujitsu e Ibm” è tornato a spiegare oggi pomeriggio Fabio Mangiafico della FIOM-CGIL di Bergamo, che insieme a Giancarlo Carminati della FIM-CISL sta gestendo la vertenza. “Nei molti incontri che si sono svolti a partire da dicembre abbiamo proposto un piano di ricollocazione basato sull'utilizzo del Contratto di solidarietà per 12 mesi prorogabili a 24, durante i quali i dipendenti avrebbero dovuto essere ricollocati o presso i nuovi conduttori dell'appalto (Fujitsu) o presso altre sedi della stessa Capgemini, o presso terzi”.
Eppure, fino a oggi, “la società si limita a ipotizzare l'utilizzo di un ammortizzatore sociale per soli 6 mesi a partire dalla scadenza dell'appalto, per poi procedere al licenziamento” continua Mangiafico. “Com’è possibile che un’azienda con oltre 3.000 dipendenti in Italia consideri ingestibile il costo di un Contratto di solidarietà per 22 persone? E soprattutto come può sostenere di non riuscire a ricollocare questi lavoratori all'interno delle proprie strutture?”.
Il sindacatosi chiede, poi, “come la stessa Schneider non consideri necessario garantire la continuità occupazionale a lavoratori che lei stessa ha esternalizzato nel 2005”.