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RONO DI ALMENNO SAN BARTOLOMEO, NEL VOTO PER L’ELEZIONE DEI DELEGATI VITTORIA DELLA FIOM-CGIL

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Bergamo, venerdì 27 novembre 2015

 

Risultano capovolti, dopo il voto di giovedì scorso, 19 novembre, i rapporti di forza nella rappresentanza sindacale della Rono di Almenno San Bartolomeo, azienda metalmeccanica che occupa poco più di 200 lavoratori. Alle urne si sono presentate 144 persone (schede valide 143, 1 nulla). Alla lista della FIOM-CGIL sono andate 57 preferenze (pari al 40%), a quella di FIM-CISL 46 (pari al 32%) mentre la UILM-UIL ha ottenuto 40 voti (28%).

Dunque risultano eletti per la FIOM-CGIL 2 delegati (Massimo Corna, uscente, e Dario Previtali, nuovo eletto), per la FIM-CISL 1 solo (Anna Maria Demarcus, uscente) come anche per la UILM-UIL (Paolo Ricci, uscente). La RSU precedente era, invece, guidata da 2 delegati di FIM-CISL, mentre sia la FIOM-CGIL che la UILM-UIL ne avevano eletto solo uno ciascuno.

“A distanza di due anni viene premiato e riconosciuto l’impegno dei delegati e della FIOM-CGIL e vengono apprezzate le nostre scelte in particolare rispetto alla sospensione e temporanea disapplicazione dei trattamenti economici e normativi del contratto aziendale, imposti (e fatti votare in un referendum da FIM-CISL e UILM-UIL) nel 2013” ha commentato poco fa Paola Guerini della FIOM-CGIL di Bergamo. “La Rono, come le Fonderie Mazzucconi e le altre controllate, due anni fa aveva chiesto una serie di rinunce ai lavoratori. Ripetiamo anche oggi ciò che abbiamo detto allora: la soluzione di tutto non può essere sempre la sospensione dei diritti dei lavoratori o il ricatto di possibili esuberi. L’intesa venne presentata dalle altre sigle sindacali come il male minore, ma noi pensiamo che la premessa stessa fosse sbagliata. I lavoratori avevano già compiuto sacrifici, dopo il periodo di cassa integrazione, rimboccandosi le maniche nelle fasi successive alla crisi aziendale. Esistevano altre soluzioni percorribili dal punto di vista organizzativo. L’azienda chiedeva la sospensione e temporanea disapplicazione dei trattamenti economici e normativi del contratto aziendale dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2015 ma anche che la seconda e la terza tranche degli aumenti salariali previste dall’accordo separato del 5 dicembre venissero posticipate di 12 mesi. Si trattò di una deroga alla contrattazione nazionale, come previsto dall’Accordo separato del 5 dicembre 2012 in materia di aumenti salariali. Nel 2013 avevamo deciso di non partecipare al referendum. Ora i lavoratori, votando per la nostra lista, dimostrano che oggi sono d’accordo con noi”.