Un altro milione di euro per i contratti di solidarietà in Lombardia. FIOM: 'Buona notizia"
Sesto San Giovanni, 31 luglio 2015
I contratti di solidarietà funzionano, la FIOM Lombardia aveva visto giusto. La Regione Lombardia ha operato un assestamento di bilancio, dove è stato affrontato il tema dei contratti di solidarietà.
Tale adeguamento prevede un ulteriore milione di euro per rifinanziare la legge regionale a sostegno dei contratti di solidarietà, varata nel dicembre 2013, fortemente caldeggiata da parte dei nostri delegati.
I due milioni stanziati per il 2015 sono andati praticamente esauriti e questa notizia, valutata a livello generale, è positiva perché significa è stato possibile realizzare molti accordi e salvare molti posti di lavoro fra le tute blu, a dispetto della crisi.
"Si tratta di un risultato importante, che limita altri esuberi ed emorragie nel mercato del lavoro, sostiene Mirco Rota, Segretario generale della FIOM Cgil Lombardia.
"Un risultato raggiunto, va detto senza trionfalismi ma con schiettezza, grazie all'insistenza e alla lungimiranza da parte della FIOM Cgil Lombardia, che ha sempre battagliato per la legge regionale a sostegno dei contratti di solidarietà, ottenuta lo ricordiamo all'unanimità, e per il suo rifinanziamento l'anno successivo rispetto all'approvazione in consiglio regionale. Quasi 50 aziende su tutto il territorio sono sopravvissute grazie a questo intervento come testimoniano i dati dell'Agenzia Regionale per la Formazione e il Lavoro (Arifil)", sottolinea ancora Rota.
"C'è da chiedersi, asserisce il segretario del sindacato dei metalmeccanici della Cgil, in assenza di questa misura, nonostante le rivendicazioni relative alla creazione di nuovi posti di lavoro con il Jobs Act e la diminuzione della cassa integrazione e del dato dei licenziamenti, quanti posti di lavoro sarebbero definitivamente evaporati".
"Non si tratta assolutamente di una misura palliativa, o di combattere una crisi durissima, strutturale attraverso pannicelli caldi. Quello dei contratti di solidarietà, conclude Rota, è uno strumento da tutelare e possibilmente da potenziare, in un momento in cui vengono a mancare gli ammortizzatori sociali per i lavoratori, che si trovano così inermi di fronte alla recessione'".