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TTIP, un trattato pericoloso

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Mobilitazione internazionale per fermare il trattato transatlantico di libero scambio, il piano di Usa e Ue per sottomettere regole e leggi agli interessi delle imprese multinazionali

Dal 2 al 5 febbraio si è tenuta a Bruxelles l'ottava tornata negoziale sul TTIP , l'accordo di libero scambio fra Europa e Stati Uniti. Nonostante la segretezza in cui la Commissione Europea e i rappresentanti dell'amministrazione statunitense stanno conducendo il negoziato, il testo in discussione era stato reso noto grazie all'azione delle tante organizzazioni della società civile che in USA e in Europa si oppongono al trattato.

Il testo in questione riguarda uno degli aspetti centrali e maggiormente controversi del TTIP, la cosiddetta “Cooperazione Regolatoria” relativa al processo di allineamento e di convergenza degli standard e delle normative tra USA e UE, che andranno ad incidere su tutti gli aspetti dello scambio commerciale: dall’agricoltura (e quindi la qualità dei cibi e la tipologia di filiera che si andrà a sviluppare) alla chimica (e dunque gli standard di sicurezza), dall’ambiente (come la qualità dei carburanti o la sostenibilità delle fonti energetiche) agli standard per i farmaci e per le norme in materia di sicurezza sul lavoro.

Si prospetta un meccanismo per cui ogni regola che già esiste o che si intendesse introdurre non deve interferire con gli affari delle grandi imprese. Se per esempio un Governo volesse adottare una normativa per migliorare la tutela dell'ambiente o i diritti di consumatori e lavoratori, dovrà rendere conto a portatori di interessi privati, i quali se si ritenessero danneggiati potranno agire per chiedere la modifica o il ritiro di tale norma, avendo quindi il potere di condizioare le politiche dei singoli paesi anche a scapito della salute e dei diritti del lavoro e dei cittadini. Questo è il vero e proprio cuore del TTIP che comprensibilmente si vuole tenere nascosto all'opinione pubblica. Le parti interessate, non solo gli organismi regolatori competenti, ma anche le lobby delle imprese e degli investitori dovranno essere avvertiti in anticipo sulle intenzioni di regolamentare o modificare gli standard di un settore, consentendo un facile accesso ai documenti e in tal modo rafforzando il potere di intervento di questi soggetti privati che peraltro, a differenza delle altre componenti della società civile , sono ampiamente coinvolti nel negoziato.

Parallelamente al round negoziale TTIP si è svolta a Bruxelles una riunione di oltre cento organizzazioni della società civile che hanno firmato e diffuso un documento per denunciare come il meccanismo della Cooperazione regolatoria sia in verità un vero e proprio Cavallo di Troia degli interessi economici a svantaggio dei diritti dei cittadini, del lavoro e dell’ambiente. La riunione delle reti No TTIP si conclusa con una manifestazione che ha portato sotto il palazzo della Commissione Europea, sede del negoziato, un Cavallo di Troia gonfiabile a simboleggiare il TTIP.

Nonostante le rassicurazioni della Commissione Europea il capitolo sulla Cooperazione regolatoria mostra come investimenti e commercio avranno la precedenza sull’interesse pubblico, dando un enorme potere a strutture tecniche capaci di bloccare o indebolire regolamentazioni e standard senza che gli organi democraticamente eletti, come i Parlamenti, abbiano il potere di intervenire.

Inoltre è bene ricordare che il testo presentato prevede che non solo i beni ma anche i servizi siano inclusi in questo meccanismo e va sottolineato che i servizi pubblici non sono mai stati chiaramente esclusi dal negoziato, come si può ricavare dai pochi testi ufficiali diffusi tra cui il Mandato negoziale.

Anche come Fiom consideriamo fondamentale mobilitarsi a livello italiano ed europeo per bloccare il TTIP a partire dalla raccolta di firme europea che si propone di raccogliere due milioni di firme entro ottobre. Ad oggi in tutta Europa ne sono già state raccolte un milione e quattrocentomila.

In Italia la campagna Stop TTIP si è dato l'obiettivo di 50mila firme entro il 18 aprile.

Firma e fai firmare la petizione online contro TTIP E CETA su https://stop-ttip.org/firma/

La Campagna Stop TTIP Italia nasce nel febbraio 2014 e conta oggi più di 140 organizzazioni aderenti (inclusa la Fiom) e una quarantina tra comitati e contatti locali nei vari territori.