EUGENIO BORELLA ENTRA NELLA SEGRETERIA PROVINCIALE DELLA CGIL COL 90% DEI VOTI DEL COMITATO DIRETTIVO. Prende il posto di Fulvio Bolis
Bergamo, venerdì 17 ottobre 2014
Con 67 voti favorevoli, 6 contrati e un’astensione l’attuale segretario generale della FIOM-CGIL di Bergamo, Eugenio Borella, è stato eletto oggi nuovo componente della segreteria provinciale della CGIL. Il voto del Comitato Direttivo (86 membri, 74 presenti) si è svolto questa mattina: a proporre il nome del leader dei metalmeccanici è stato il segretario generale Luigi Bresciani, che poco fa ha detto: “Il risultato del voto è significativo e testimonia la forte condivisione della proposta avanzata. A Eugenio Borella viene affidata la delega alle politiche industriali, ma continuerà anche a guidare la categoria dei metalmeccanici”.
La segreteria provinciale della Camera del Lavoro è dunque composta da Luigi Bresciani, Giuseppe Mascioli, Giacomo Pessina, Luciana Fratus, Luisella Gagni e, ultimo arrivato, Eugenio Borella.
Il neoeletto prende il posto di Fulvio Bolis che oggi ha presentato le dimissioni. Lavorerà all’interno della FIOM-CGIL. L’altra delega che era affidata a Bolis, cioè quella delle politiche attive e del mercato del lavoro, viene affidata ad un altro segretario, Giacomo Pessina.
“L’ingresso di Borella è un grande segnale di unità che non significa annullare le diverse opinioni che pure su alcuni temi ci sono fra di noi” ha detto Luigi Bresciani durante la sua relazione introduttiva questa mattina. “Lo sforzo che dobbiamo fare è di parlare un unico linguaggio. Per farlo occorre avere obiettivi condivisi e su questo dobbiamo lavorare. Sul territorio credo vi siano tutte le condizioni per lavorare tanto e bene. Noi, oggi, vogliamo lanciare un messaggio forte: siamo sotto attacco e l’attacco è violento, ma la CGIL è unita. Abbiamo bisogno di gente disponibile a praticare il valore dell’unità e della solidarietà, non solo a declamarlo. Oggi siamo ad uno snodo anche strategico per la nostra organizzazione: a noi i lavoratori chiedono di saper interpretare i processi di cambiamento, di spiegarli e fare politiche concrete al servizio degli interessi che vogliamo rappresentare”.
Nel resto del suo intervento Bresciani ha affrontato i temi all’ordine del giorno nel dibattito nazionale, dalle proposte del sindacato per superare la crisi alla riforma del lavoro proposta dal Governo: “Proponiamo una piattaforma fondata su una drastica riduzione dei contratti precari, l’estensione di diritti e tutele a tutto il mondo del lavoro. Sul Tfr diciamo una cosa molto chiara: noi non siamo contrari ad anticipare in busta paga il Tfr a tre condizioni: chiarire bene cosa succede a chi lo ha versato nei fondi di previdenza complementare; mantenere il regime di tassazione separata; deve essere volontario. Evitiamo, però, di far credere che siamo di fronte ad un aumento delle busta paga: qui si tratta di salario differito del lavoratore, non di aumenti salariali.
Servono, poi, ammortizzatori sociali universali fondati su due pilastri: indennità universale (anche legata alla disponibilità alla formazione e al lavoro); cassa integrazione ordinaria e straordinaria contribuita da imprese e lavoratori”.
A proposito della Legge di Stabilità il segretario Bresciani ha aggiunto: “Il messaggio di Renzi alle imprese è chiaro: il Governo sta facendo la sua parte, ai neo assunti basta art. 18, decontribuzione per 3 anni, eliminata l’Irap sul fronte lavoro. Ma il problema è che le imprese non assumono perché non c’è domanda. Qualcosa di positivo, però, c’è: la stabilizzazione del Bonus di 80 euro per i lavoratori dipendenti, la conferma delle risorse per gli ammortizzatori sociali. Ma i punti deboli sono significativi (al netto del nostro giudizio negativo sul Job Act e art. 18): tagli di spesa importanti ma di ‘qualità’ dubbia (ancora tagli lineari?); tagli alle Regioni (o aumento le tasse o taglio la sanità), alle Province (è molto pesante), ai Comuni (si allenta il patto sugli investimenti ma si taglia sulla parte corrente)”.
“Sapete cosa accadrà? Dato che non ci sono le risorse per il modello danese o olandese, l’imprenditore potrà licenziare chi vuole e nulla cambierà in merito alle tutele” ha continuato poi Bresciani. “Quindi è per il lavoro, l’uguaglianza, a sostegno dell’art. 18, per l’allargamento delle tutele e per una politica di forti investimenti pubblici che la CGIL indice per il 25 ottobre 2014 una manifestazione nazionale a Roma in Piazza San Giovanni. Con CISL e UIL non è stato possibile organizzare un’iniziativa unitaria, ma su alcuni temi, penso alla piattaforma unitaria su fisco e previdenza e alla volontà di confermare tutte le iniziative unitarie e di categoria già programmate (a partire dalla manifestazione dei lavoratori pubblici dell'8 novembre), si va avanti uniti. Voglio essere molto esplicito: sbaglierebbe la CGIL a manifestare per far cadere il Governo Renzi. Non è assolutamente questo l’obiettivo. E Renzi non è la Thatcher latina. Dobbiamo, invece, cercare di approfittare dei margini che abbiamo, pochi ma ce ne sono".