CETA SPA DI BERGAMO, ACCORDO DELLA FIM PER 12 LICENZIAMENTI. LA FIOM-CGIL: “GRAVE ERRORE. NON SI È NEMMENO PROVATO A CONDIVIDERE UN PERCORSO DI TUTELA DEI POSTI DI LAVORO”
Bergamo, venerdì 9 maggio 2014
In vista della fine del periodo di cassa straordinaria, il 5 maggio scorso, a metà aprile la CETA spa di Bergamo aveva aperto una procedura di mobilità per 14 (poi scesi a 12) lavoratori sui 41 in organico.
Nell’azienda produttrice di ponteggi in acciaio e tribune sportive, i sindacati avevano, dunque, per legge 45 giorni di tempo per trovare un accordo sulla gestione degli esuberi (più eventualmente ulteriori 30 giorni in sede pubblica).
“Nonostante siano passati soli 20 giorni dall’avvio della procedura di riduzione del personale, oggi la FIM-CISL ha sottoscritto in Confindustria l'accordo che prevede il licenziamento di 12 lavoratori già a partire dal 15 maggio” ha spiegato poco fa Andrea Agazzi della FIOM-CGIL provinciale. “In genere ci capita di raggiungere un accordo in sole tre settimane solo quando viene garantita la piena volontarietà del licenziamento e a fronte di incentivi dignitosi: nessuna di queste due condizioni è contenuta nell’intesa firmata dalla FIM. Noi abbiamo ripetutamente chiesto di utilizzare altri ammortizzatori sociali, in particolare il contratto di solidarietà, unico strumento che permette di superare il computo dei 36 mesi di ammortizzazione sociale nell’arco di cinque anni. Eppure questa via non è stata presa in considerazione. Il fatto che la FIM di Bergamo abbia intrapreso la strada di piena condivisione degli esuberi decisi dall'azienda, senza nemmeno provare a condividere un percorso di tutela dei posti di lavoro, è secondo la FIOM un grave errore che, oltre a non tutelare i lavoratori licenziati, non dà garanzie nemmeno a quelli che restano in azienda”.