QUATTRO ORE DI SCIOPERO OGGI ALLA CCFC DI LALLIO. "Sicurezza carente, formazione specifica non erogata e al lavoro con i giacconi a causa delle basse temperature"
Bergamo, mercoledì 8 febbraio 2023
Braccia incrociate, questa mattina, alla CCFC Centro Costruzioni Furgonature Containers di Lallio per uno sciopero di quattro ore, il secondo dopo quello dello scorso 9 dicembre. Si è tenuto anche con un presidio di fronte ai cancelli (foto). Dimostrando grande solidarietà gli uni nei confronti degli altri, alla mobilitazione hanno partecipato lavoratori di tutte e tre le tipologie di contratto: i dipendenti diretti, quelli in appalto per la Mimac di Trezzo e anche chi lavora in somministrazione per un’agenzia interinale, la Temp Job.
“Da diverso tempo, almeno da ottobre quando sono state elette le RSU alla CCFC, abbiamo ripetutamente chiesto interventi per garantire la sicurezza in azienda” ha spiegato poco fa Paola Guerini della FIOM-CGIL di Bergamo. “A dicembre avevamo svolto un primo sciopero a seguito di un infortunio. Poi un nuovo incidente, più serio, è avvenuto a gennaio ai danni di un lavoratore in somministrazione, rimasto ferito alla mano. Denunciamo oggi la scarsa reattività da parte aziendale di fronte alle nostre richieste di manutenzione e messa in sicurezza dei macchinari e rispetto alle cattive condizioni ambientali di lavoro, con temperature basse in azienda, che obbligano a lavorare con i giacconi indosso, moltiplicando i rischi di restare impigliati ai macchinari e di avere poco agio nei movimenti. La CCFC non svolge il proprio dovere nemmeno in termini di formazione”.
Proprio la formazione mancante viene in particolare denunciata da Francesco Chiesa che per NIDIL-CGIL provinciale tutela i lavoratori della Tempo Job in CCFC.
“La vittima dell’infortunio di gennaio è un ragazzo con un contratto in somministrazione. Malgrado fosse alla CCFC già da tre mesi, non aveva ancora ricevuto la formazione specifica obbligatoria. È importante che allo sciopero di oggi abbiano partecipato tutte e tre le tipologie di lavoratori che operano in quel sito. Le tutele in azienda devono essere uguali per tutti. E invece i lavoratori precari, con contratti più brevi, sono esposti a maggiori rischi perché spesso non sono formati in tempo e a sufficienza. Sono ovviamente più ricattabili ad ogni rinnovo di contratto, rischiando di perdere il posto”.
Alla CCFC sono impiegati 31 lavoratori diretti, 7 in appalto per la Mimac di Trezzo sull’Adda, più quasi una trentina (lo scorso anno erano una quarantina) in somministrazione dall’agenzia Temp Job.