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IMEQUADRI DUESTELLE DI URGNANO, ALTISSIMA ADESIONE AGLI SCIOPERI DI IERI E LUNEDÌ. Biava, FIOM-CGIL: "Fallito il tentativo aziendale di dividere i lavoratori. La protesta per l'integrativo prosegue"

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Bergamo, giovedì 26 gennaio 2023

“Il tentativo dell’azienda è andato a vuoto, il fronte dei lavoratori resta compatto”: così, all’indomani del secondo sciopero in appena tre giorni, la FIOM-CGIL di Bergamo commenta quanto sta avvenendo alla Imequadri Duestelle di Urgnano, azienda metalmeccanica produttrice di quadri elettrici dove lavorano circa 90 addetti. La vertenza è aperta da fine novembre per rivendicare il rinnovo del Contratto integrativo.

Negli scioperi svolti finora, il 2 e il 13 dicembre e successivamente il 23 e il 25 gennaio per un totale di 12 ore, la partecipazione è stata altissima. “L’adesione è stata massiccia, i lavoratori hanno dimostrato compattezza, malgrado la direzione abbia tentato di dividerli erogando bonus welfare in maniera discriminatoria e tralasciando alcuni dipendenti” ha commentato oggi Paolo Biava della FIOM-CGIL di Bergamo.

Al centro della vertenza c’è il mancato rinnovo del Contratto integrativo aziendale scaduto da oltre un anno, il 31 dicembre 2021. Lo scorso luglio sindacati e delegati RSU avevano presentato una piattaforma di rinnovo votata all’unanimità dai lavoratori. Ad ottobre in Confindustria era stata avviata la trattativa, “quasi subito interrotta, però, per le posizioni rigide dell’azienda, che si è presentata con condizioni peggiorative rispetto all’integrativo precedente, malgrado gli utili più che positivi che Imequadri Duestelle ha annunciato anche sulla stampa, prosegue Biava.

“A seguito dell’avvio della protesta con il blocco degli straordinari da fine novembre e dopo i primi due scioperi di dicembre, l’azienda ha deciso di elargire buoni welfare approfittando del Decreto Legge Aiuti Quater, ma con modalità inique, discrezionali e padronali, escludendo parte dei lavoratori” ha aggiunto il sindacalista. “Ora la mobilitazione non si ferma, la protesta prosegue fino a quando l’azienda non tornerà al tavolo e si renderà disponibile a riprendere le trattative”.