SEMATIC DI OSIO SOTTO, SCIOPERO PER DUE GIORNATE, DOMANI E LUNEDÌ, CONTRO LA DELOCALIZZAZIONE IN UNGHERIA
Bergamo, giovedì 14 gennaio 2021
All’indomani dell’audizione del “tavolo di crisi” al ministero dello Sviluppo economico (MiSE), nella vertenza aperta alla Sematic di Osio Sotto si torna ora alla protesta: per domani, venerdì 15 gennaio, e lunedì 18 sono state proclamate due giornate di sciopero con presidio fuori dall’azienda (dalle 7.15 del mattino).
Il 3 settembre scorso l’azienda aveva annunciato il trasferimento di circa il 70% della produzione in Ungheria, mettendo a rischio circa 200 lavoratori. Lo spostamento delle lavorazioni è poi stato eseguito nelle settimane successive. L’ipotesi della delocalizzazione era stata già ventilata nella primavera del 2019.
Per i lavoratori di Osio Sotto si è aperto, quindi, un periodo di Cassa integrazione Covid che durerà fino a marzo.
La convocazione del tavolo di ieri era da tempo attesa ed era stata ripetutamente sollecitata da parte sindacale dopo che una precedente audizione al MiSE, il 30 settembre scorso, non aveva portato alcuna novità sul destino dei lavoratori di Osio Sotto né informazioni sulle intenzioni della Direzione del Gruppo Wittur, di cui fa parte Sematic.
“L’azienda è rimasta sulle stesse posizioni di quattro mesi fa, ha confermato la situazione di crisi e la permanenza in Ungheria delle lavorazioni trasferite a settembre” ha ripetuto oggi Claudio Ravasio della segreteria FIOM-CGIL di Bergamo. “L’azienda, però, continua a non dare risposte in merito al futuro dello stabilimento, anche di fronte ai rappresentante di MiSE e Regione Lombardia che ieri hanno avanzato diverse offerte di possibili strumenti da utilizzare, a seconda di quale decisione definitiva prenderà, cioè se riportare o meno le lavorazioni a Osio. Con le due giornate di sciopero torniamo a chiedere, dopo 4 mesi, di mettere fine a questo limbo inaccettabile e di garantire la piena occupazione dello stabilimento”.
Un pacchetto di 16 ore di sciopero era stato proclamato a dicembre. L’11 e il 16 dicembre si erano tenute le prime due mobilitazioni con presidio. Lo sciopero dell’8 gennaio, invece, era stato sospeso in attesa della convocazione di oggi.