FBM HUDSON DI TERNO D’ISOLA: NUOVO CAPITOLO NELLA (PARADOSSALE) VICENDA DEL DELEGATO FIOM-CGIL. L'azienda perde anche in appello
Bergamo, mercoledì 22 gennaio 2020
Per la terza volta un tribunale della Repubblica si esprime sullaparadossale vicenda del lavoratore e delegato FIOM-CGIL alle dipendenze della F.B.M. Hudson Italia spa di Terno d’Isola dal 1992. Per la terza volta il giudice dà torto all’azienda.
La vicenda ormai somiglia più a una soap opera che a una vertenza sindacale: tutto è cominciato con una saldatura realizzata –secondo l’azienda - ‘non a regola d’arte’, pagata con il posto di lavoro, dopo ventisei anni alla FBM. Licenziato una prima volta nel 2018, l’operaio saldatore, da diverso tempo anche delegato sindacale, nel marzo 2019 era stato reintegrato dal Tribunale di Bergamo.
Il 15 aprile, però, era stato licenziato nuovamente ma, con un’ordinanza emessa il 10 ottobre scorso, il Giudice del Lavoro Monica Bertoncini aveva dichiarato nullo il secondo allontanamento dall’azienda in quanto “di estrema evidenza la natura ritorsiva del licenziamento intimato in relazione a fatti privi di oggettivo rilievo disciplinare”.
“La FBM ha successivamente presentato appello contro la sentenza in cui il Tribunale di Bergamo ordinava il primo dei due reintegri” ha spiegato questa mattina Fabio Mangiafico della FIOM-CGIL di Bergamo. “Con la sentenza arrivata venerdì 17 gennaio, l’azienda ha perso anche l’appello. Siamo soddisfatti dell’esito anche di questo nuovo pronunciamento. Fin dall’inizio con gli avvocati dello studio Cattalini-Nodari, abbiamo sostenuto che il delegato andasse reintegrato al suo posto e per la terza volta ci viene data ragione. Ora, ci auguriamo che l’azienda maturi riflessioni e comportamenti diversi sia in merito al caso specifico, sia in generale nei rapporti con i propri dipendenti e con le organizzazioni sindacali interne”.