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FBM HUDSON DI TERNO D’ISOLA: IERI NUOVA DECISIONE DEL TRIBUNALE DI BERGAMO SULLA (PARADOSSALE) VICENDA DEL DELEGATO FIOM-CGIL. REINTEGRATO, LICENZIATO PER LA SECONDA VOLTA. “ORA DA REINTEGRARE DI NUOVO”

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Bergamo, venerdì 11 ottobre 2019

Per la seconda volta il Tribunale di Bergamo in sezione monocratica del lavoro reintegra al suo posto in azienda un lavoratore e delegato FIOM-CGIL, alle dipendenze della F.B.M. Hudson Italia spa di Terno d’Isola dal 1992.

La vicenda ha dell’incredibile: licenziato una prima volta nel 2018, un operaio saldatore, da anni delegato sindacale, lo scorso marzo era stato reintegrato dal Tribunale di Bergamo. Il 15 aprile, però, era stato licenziato nuovamente. Ora, con un’ordinanza emessa ieri, 10 ottobre, il Giudice del Lavoro Monica Bertoncini ha dichiarato nullo il secondo allontanamento dall’azienda in quanto “è di estrema evidenza la natura ritorsiva del licenziamento intimato in relazione a fatti privi di oggettivo rilievo disciplinare, cui la stessa azienda aveva deciso di non dar seguito, ma successivamente recuperati in maniera strumentale e al solo scopo di non far rientrare al lavoro una persona ormai invisa”.

Lo scorso 8 aprile avrebbe dovuto essere il giorno tanto atteso della ripresa del lavoro. Invece, il delegato si era visto convocare dall’azienda. Gli era stata consegnata una lettera di contestazione per fatti che risalivano a oltre un anno prima, quando aveva avuto inizio questa paradossale vicenda. Dopo che il primo licenziamento era stato impugnato dai legali della FIOM-CGIL, lo scorso 25 marzo il Tribunale di Bergamo si era pronunciato sulla causa, annullando il primo licenziamento e ordinando alla F.B.M. Hudson Italia spa di reintegrare il ricorrente nel suo posto di lavoro.

“Tutto è cominciato con una saldatura realizzata ‘non a regola d’arte’, pagata con il posto di lavoro, dopo ventisei anni in azienda” ha commentato poco fa Paola Guerini della FIOM-CGIL di Bergamo. “Ora, con questa sentenza, si ridà dignità a un lavoratore a cui per ben due volte sono state negate tutele contrattuali e  di legge. Il nostro delegato torna al suo posto, dunque, dimostrando ancora una volta l’inviolabilità di diritti che troppo spesso vengono dimenticati e calpestati da aziende ben pronte a sprecare risorse per tener fuori lavoratori invisi, anziché investire fondi in processi organizzativi che migliorerebbero la vita lavorativa dei propri dipendenti”.